Thesphata pant’ eiponta

Mythologie continentale dans la Nekuia du chant XI de l’Odyssée

Ezio Pellizer

Abstract

Gli accenni che si trovano nell’Odissea al personaggio di Melampo appaiono interessanti (a prescindere dalla possibilità di determinare l’epoca in cui furono composti la Nekuia e il canto XV) perché fanno allusione, nel primo caso senza nemmeno nominarlo, a Melampo, un indovino che dova essere molto noto, e fu protagonista di un’opera rapsodica a lui espressamente dedicata, la Melampodia. Si analizza brevemente l’articolazione narrativa delle menzioni di Melampo nell’Odissea, a confronto con le piú dettagliate informazioni che si possono ricavare dall’esame delle altre fonti che trattano di questo singolare mántis, dalle quali, piuttosto che precise capacità profetiche, emergono tratti «sciamanici» pertinenti a una figura di guaritore, esperto di farmaci, di riti di purificazione, di danze liberatorie, di saperi prodigiosi, come la capacità di intendere il linguaggio degli animali e di comunicare con essi. Appare anche degno di nota il fatte che, se il rapsodo della Nekuia parla di Melampo a un pubblico che era in grado di capire immediatamente che si trattava dell’indovino-guaritore, senza che venisse nemmeno fatto il suo nome, piú tardi Bacchilide potrà esporre estesamente l’episodio della follia che colpί le figlie di Preto, eliminando completamente ogni traccia dell’intervento di Melampo nella loro guarigione, attribuita esclusivamente a una preghiera che Preto esegue, dopo essersi lavato a Lousoi, in Arcadia, promettendo ad Artemide un sacrificio di venti giovenche.

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