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Utilità di un database di alfabeti per lo studio della scrittura greca dei papiri

Giovanna MENCI

Il papirologo, e in special modo l’editore di papiri letterari, si trova spesso a dover assegnare datazioni a scritture di manufatti privi di criteri cronologici interni o di dati esterni, di tipo archeologico ; di qui sorge la necessità di consultare numerose riproduzioni di esemplari, per ricercare confronti paleografici e per verificare se un frammento inedito è stato scritto dallo stesso scriba di un altro rotolo o codice, e se proviene da un manoscritto noto1. Le datazioni degli esemplari trovati come confronti rimandano sovente ad altri papiri, che a loro volta possono essere datati in base ad altri confronti, e così via, di modo che si può finire con l’adottare un criterio di datazione debole, se non addirittura autoreferenziale, soprattutto quando la scrittura non si inserisce in un filone grafico ben definito, « normativo », per usare il termine introdotto recentemente da Guglielmo Cavallo a sostituzione del concetto di canone o scrittura canonizzata2. Inoltre la ricerca di confronti nei manuali di paleografia, nelle raccolte di facsimili e in altri testi comporta un notevole dispendio di tempo e non permette di avere un quadro sinottico immediato dell’evoluzione grafica dei singoli caratteri.

È ovvio che la forma delle lettere è soltanto uno dei vari aspetti di cui si deve tener conto per determinare l’appartenenza di una scrittura a un’epoca o a uno stile ; ma, se è facile cogliere a prima vista analogie stilistiche generali e cercare paralleli per quegli aspetti che coinvolgono tutte le lettere (come l’inclinazione o l’angolo di scrittura) o gruppi di lettere (come la bilinearità o il modulo), è invece piuttosto complesso mettere a confronto la forma di ciascuno dei 24 caratteri dell’alfabeto greco. Soprattutto nel mare magnum delle scritture informali e non « normative », non sempre si riesce a reperire la presenza simultanea di analogie morfologiche fra le stesse lettere negli esemplari trovati come confronti.

Risultano ormai inutilizzabili le tabelle sinottiche del passato. Soltanto 17 papiri compaiono nella tabella di alfabeti della Griechische Palaeographie di Gardthausen, papiri che non vanno oltre il III secolo d.C., perché le scritture di età bizantina, dal IV d.C. al X, sono esemplificate in altre due tavole dedicate alla pergamena3 ; l’esclusione del papiro appare oggi quanto mai inopportuna, ma comprensibile, se consideriamo che i papiri greci letterari di epoca tarda non erano ancora particolarmente numerosi al tempo di Gardthausen. Solo 13 scritture per 6 secoli (III a.C. – III d.C.) si trovano nella tabella della Palaeography di Kenyon, mentre 24 scritture sono distribuite nelle 4 tabelle di papiri letterari del manuale di Thompson, ma non vanno oltre il II secolo4.

Queste vecchie tabelle di alfabeti, per i loro limiti cronologici e per l’esiguità del contenuto, non sono più adeguate ; negli ultimi cento anni la nuova e più varia documentazione, nonché i notevoli progressi degli studi paleografici, hanno consentito di individuare numerose tipologie di scritture e di proporre nuove datazioni. Basti ricordare il notissimo caso del rotolo di Bacchilide, P.Lond.Lit. 46 (Brit. Libr. Pap. 733), uno dei più begli esemplari dello stile severo, che per Kenyon e per Thompson è da datare al I a.C., per Gardthausen alla prima metà del I d.C., mentre in seguito è stato datato alla seconda metà del II d.C5. In effetti il sistema delle tabelle non ha avuto grande séguito : non se ne trovano nei moderni manuali di paleografia ; qualche tabella si trova soltanto in studi su scritture particolari6. Diverso il sistema scelto da Harrauer per la scrittura corsiva : nel suo recente Handbuch der griechischen Paläographie, lo studioso identifica un certo numero di forme fondamentali, a cui si possono ricondurre le centinaia di variazioni di forme corsive esistenti per ogni lettera7.

Nell’ambito dei papiri letterari fino a poco tempo fa il papirologo, per trovare confronti paleografici e per individuare identità di mano, ricorreva alla consultazione di riproduzioni stampate ; oggi, nell’era di Internet, si aggiungono per nostra fortuna le immagini pubblicate online. Un’enorme facilitazione introdotta nel corso dell’ultimo decennio è l’accesso alle immagini online tramite i links del LDAB. Rispetto alla consultazione delle riproduzioni a stampa, c’è un notevole risparmio di tempo, ma purtroppo il confronto si può fare solo immagine per immagine. Non è possibile una visione comparata, un quadro sinottico delle scritture. Infatti la consultazione di immagini nel LDAB comporta vari passaggi : 1) si va alla pagina Search the LDAB ; 2) riempiti i campi che ci interessano (per esempio, autore o datazione), si ottiene l’elenco dei papiri (Search results) e si fa clic su una voce dell’elenco ; 3) si apre il record del papiro e si fa clic sul contenuto del field URL ; 4) si ottiene, nella migliore delle ipotesi, l’immagine online o, altrimenti, il catalogo della collezione online o la scheda del papiro su cui si deve cliccare il link dell’immagine. Una volta vista l’immagine, si deve tornare alla finestra Search results e si ripetono gli stessi passaggi per ogni risultato della ricerca : dunque, un procedimento lungo e una consultazione frammentata, senza un quadro d’insieme ; ma, del resto, non è questo lo scopo principale del LDAB.

La necessità di un sistema per fare un’analisi comparata delle scritture dei papiri letterari greci nel modo più agevole, attendibile, efficace e veloce possibile, ha condotto alla progettazione del database ALPHA, Alphabet Letters in Papyri Handwritings, un database di alfabeti tratti da queste scritture e organizzati in tabelle sinottiche consultabili online, integrate con dati descrittivi di altri aspetti paleografici. Il principio di base è lo stesso delle tabelle di un secolo fa : confrontare gli alfabeti ; ma per nostra fortuna non è più necessario ricalcare le lettere per trasferirle in una tabella. Chi consulterà il database troverà le lettere di ogni papiro già estratte dall’immagine digitale con Photoshop e disposte in ordine alfabetico in 24 campi-immagine, ciascuno dei quali può contenere più di una forma per ogni lettera dell’alfabeto greco. Il database di partenza è stato creato con FileMaker , ma verrà trasferito online con un software più complesso e sarà così messo a disposizione degli studiosi per ricerche di carattere paleografico sui papiri greci letterari.

La prima fase del progetto riguarda i papiri greci che nel LDAB hanno un indirizzo URL e che quindi, presumibilmente, sono riprodotti online : 1938 papiri su un totale di 8965 (tali erano nel gennaio 2010). Con la possibilità di consultare sinotticamente gli alfabeti tratti da queste scritture, avremo un quadro d’insieme di circa il 21 % dei papiri letterari greci. Quando poi avremo aggiunto, tramite immagini acquisite con scanner, i papiri greci che il LDAB indica come riprodotti soltanto a stampa (4458 nel gennaio 2010), potremo consultare con il database ALPHA gli alfabeti estratti dal 71 % dei papiri letterari greci, molto più di quanto si riuscirebbe a fare manualmente in un tempo ragionevole.

Grazie all’importazione dei dati identificativi e descrittivi contenuti nei fields del LDAB, sono stati riempiti i corrispondenti fields creati nel database ALPHA (fig. 1)8 : numero dei cataloghi LDAB, MP3 e altri, pubblicazione, luogo di conservazione e inventario, autore, opera, provenienza, materiale, formato, datazione assegnata, contenuto del recto o del verso riutilizzati, con eventuale data che possa costituire terminus post quem o ante quem. A questi sono stati aggiunti i fields specifici del database ALPHA, quelli dedicati agli aspetti paleografici ; si tratta non solo dei 24 campi-immagine, ma anche di altri campi descrittivi che possono essere utilizzati come chiavi di ricerca, vale a dire i dettagli morfologici di alcune lettere scelte come lettere-guida (A, E, M, Y, Ω), lo stile di scrittura, la formalità o l’informalità, l’inclinazione, il contrasto modulare, il contrasto di spessore e la presenza o meno di elementi decorativi9. Non manca la possibilità di visualizzare un piccolo ritaglio dell’immagine del papiro, utile per un primo orientamento, da cui si può accedere all’immagine intera online. Nulla esclude che si possano aggiungere in futuro altri aspetti bibliologici, relativi ai margini, alle colonne, all’intercolunnio, all’interlinea, alle dimensioni delle lettere.

Sono state scelte le lettere A, E, M, Y, Ω perché sono le più rappresentative dei raggruppamenti di lettere sulla base del modulo (triangolare, rotondo, ecc.) e perché sono le più soggette a variazioni nelle scritture maiuscole sia formali che informali. Nella scheda di ricerca si possono selezionare i descrittori predefiniti delle forme di A, E, M, Y, Ω : essi vi compaiono come descrizione di un particolare aspetto della lettera, oppure come rappresentazioni schematiche dell’intero ductus della lettera o di un dettaglio del ductus, per esempio la calotta dell’ E o la curva profonda del M (fig. 1).

Da alcune prove effettuate in una versione provvisoria, non ancora online, è risultato che il database ALPHA abbrevia notevolmente i tempi di ricerca dei confronti paleografici, dell’identità di mano e dell’appartenenza di frammenti a manoscritti noti. Il quadro sinottico degli alfabeti offerto dalle tabelle del database ALPHA sarà uno strumento per consultare agevolmente l’evoluzione del ductus e della morfologia delle singole lettere ; uno strumento che, con il contributo degli altri dati descrittivi, potrà essere utile a precisare datazioni incerte, a cambiare datazioni e ad assegnare esemplari a tipi o stili di scrittura. Quanto ai tempi di realizzazione del database ALPHA, si prevede di metterne online una prima « tranche » entro il 2012.

Bibliografia

Azzarello, G. (2008), « Alla ricerca della «mano» di Epagathos », APF 54, 179-202.

Canart, P. (1987), « Comment décrire l’écriture minuscule grecque ? », Gazette du livre médiéval 11, 5-9.

Cavallo, G. (2008), La scrittura greca e latina dei papiri. Una introduzione (Studia erudita 2, Pisa/Roma).

Gardthausen, V. (1913), Griechische Palaeographie II (2. Ausgabe, Leipzig).

Gumbert, J.P. (1965), « Structure and Forms of the Letter v in Greek Documentary Papyri : a Palaeographical Study », in Boswinkel, E./Pestman, P.W./Sijpesteijn, P.J. (ed.), Studia Papyrologica Varia (Pap. Lugd. Bat. 14, Leiden) 1-12.

Harrauer, H. (2010), Handbuch der griechischen Paläographie (Bibliothek des Buchwesens 20, Stuttgart).

Kenyon, F.G. (1899), The Palaeography of Greek Papyri (Oxford).

LDAB : Leuven Database of Ancient Books <http://www.trismegistos.org/ldab/index.php>.

MP3 : Base de données expérimentale Mertens-Pack3 en ligne <http://promethee.philo.ulg.ac.be/cedopal/index.htm>.

Thompson, E.M. (1912), An Introduction to Greek and Latin Palaeography (Oxford).

Turner, E.G./Parsons, P.J. (1987), Greek Manuscripts of the Ancient World (2nd ed., BICS Suppl. 46, London).

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1 Un’avvertenza : con il termine papiri si allude a tutti i supporti scrittori di cui si occupa la papirologia ; dunque, non solo papiro, ma anche pergamena, tavolette, ostraca.

2 Cf. Cavallo (2008) 15.

3 Cf. Gardthausen (1913) Taf. 1-3.

4 Cf. Kenyon (1899) tra le pagine 128/129 ; Thompson (1912) 144-147.

5 LDAB 438 ; MP3 175.

6 Per le tabelle sinottiche di una scrittura corsiva, esemplare è la ricerca di Giuseppina Azzarello sulla mano di Epagathos : Azzarello (2008) 194-202.

7 Cf. Harrauer (2010) Textband 143-171. Per quanto riguarda i papiri documentari, può essere ancora utile lo studio dell’evoluzione della lettera v condotto da Gumbert, con tutti i limiti, tuttavia, che lo stesso autore non manca di enunciare in apertura ; Gumbert (1965) 1.

8 Desidero ringraziare Willy Clarysse e Bart van Beek per avermi inviato una selezione di records di papiri dal file di FileMaker che è alla base del LDAB, costituita dai soli papiri greci ; il contributo di Clarysse e van Beek è stato determinante e preziosissimo ai fini di questo lavoro, perché in pochi secondi ho potuto importare nel database ALPHA il contenuto dei fields del LDAB richiesti.

9 È ovviamente impossibile applicare alla maiuscola greca tutti gli elementi descrittivi della minuscola, così accuratamente individuati da Canart (1987) ; tuttavia alcuni di essi coincidono con quelli che qui si propongono e che normalmente si usano nell’analisi paleografica delle scritture su papiro, per i quali si veda Turner/Parsons (1987) 20-23.