Book Title

Una sezione d’archivio concernente le attività di sitologoi della meris di Herakleides

Lorenzo FATI

Studiando la composizione dei cartonnages umani rinvenuti a Tebtynis – che hanno restituito i testi pubblicati nei due volumi di P. Tebt. III – mi sono accorto che alcuni documenti sono distribuiti su più di un involucro di mummia (cioè due o più cartonnages hanno restituito parti di uno stesso documento). Una volta individuati tutti i P. Tebt. III distribuiti su più di un cartonnage, ho applicato la proprietà transitiva. Il principio è che se uno stesso documento si trova diviso fra un «Cartonnage A» e un «Cartonnage B» significa che uno stesso atelier ha fabbricato le due mummie; se poi trovo che uno stesso documento si trova diviso fra il «Cartonnage B» ed un «Cartonnage C», e i due sono evidentemente il prodotto di uno stesso atelier, ne consegue che i Cartonnages A, B e C sono stati prodotti più o meno contemporaneamente da uno stesso fabbricante di mummie a partire da un unico lotto di papiri. Partendo come base dai cartonnages 11, 48 e 53, ho esteso questo principio all’intero corpus dei P. Tebt. III e sono giunto ad isolare un gruppo di 16 mummie, tutte fabbricate più o meno contemporaneamente da uno stesso atelier, a partire da un unico lotto di papiri. Questi testi sono eterogenei per tipologia e per provenienza geografica, ma tra di essi si possono individuare gruppi omogenei per origine, cioè scartati dal medesimo fondo d’archivio1.

Ad esempio, è facile isolare un gruppo di documenti concernenti le attività di sitologoi della meris di Herakleides nel primo quarto del II sec. a. C., ma soprattutto negli anni 188-170 a. C.2 Si tratta di conti che registrano le entrate fiscali in natura riscosse (o da riscuotere) nei granai, ricevute di naukleros rilasciate per l’imbarco di grano destinato ad Alessandria, corrispondenza varia tra sitologoi e altri funzionari etc.

Questi testi furono pubblicati in P. Tebt. III come unità separate (in base alla tipologia documentaria), mentre è utile e opportuno riconsiderarli unitariamente perché, essendo sicuramente transitati per l’atelier dello stesso fabbricante di mummie, si deve presupporre, almeno come ipotesi di lavoro, che siano stati scartati dal medesimo fondo d’archivio3. Infatti, come osserva W. Clarysse, «cartonnage papyri were bought in lots, not as individual items.»4

Conti che registrano granaglie

– P. Tebt. III.2 837 (mummia 11): rapporto relativo al grano ricevuto il giorno 21 di Pharmouthi del 4° anno di regno di Tolemeo VI (24 Maggio 177 a. C.) presso il thesauros di Alabanthis.

– P. Tebt. III.2 848 (mummie 4, 24, 27): conto che registra entrate fiscali in natura per i villaggi di Letous Polis, Neilou Polis, Arabon Kome e Alabanthis. Databile all’inizio del II sec. a. C.

– P. Tebt. III.2 850 (mummia 43, testo redatto sul verso di P. Tebt. III.2 851): conto che registra entrate fiscali in natura per i villaggi di Letous Polis e Arabon Kome. Datato 8 Luglio 170 a. C.

– P. Tebt. III.2 851 (mummia 43, vedi precedente): conto che registra entrate fiscali in natura per i villaggi di Hephaistias, Pharbaithos, Philadelpheia. Presenta varie date, che vanno dal 181 al 176 a. C.

– P. Tebt. III.2 856 (mummie 57, 43, 53): documento concernente varie incombenze dei sitologoi, in cui si fa riferimento ai thesauroi di Neilou Polis, Aphrodites Berenikes Polis, Boubastos, Soknopaiou Nesos. Datato al 171 a. C. ca.

– P. Tebt. III.2 862 (mummia 48): conto che registra entrate fiscali in natura ricevute presso il thesauros di Letous Polis. Databile all’inizio del II sec. a. C.

– P. Tebt. III.2 1022 (mummia 53): conto che registra il ricevimento di canoni d’affitto in natura e restituzioni di sementi presso i thesauroi di Boubastos e Letous Polis. Presenta date che vanno dal 185 al 182 a. C.

– P. Tebt. III.2 1029 (mummia 53): conto contenente dettagli circa il grano conservato presso il tempio del dio Souchos (Cουχιεῖον) di Ptolemais Arabon (alias Arabon Kome). Databile all’inizio del II sec. a. C.

– P. Tebt. III.2 1032 (mummia 50): conto che registra entrate fiscali in natura per il villaggio di Boubastos (sul recto) e per Neilou Polis (nelle uniche due linee di testo presenti sul verso). Databile all’inizio del II sec. a. C.

– P. Tebt. III.2 1033 (mummia 11): conto che registra quantità di grano ricevute dal thesauros di Letous Polis e da lì inviate al porto di Krokodilon Polis, presumibilmente per inviarle ad Alessandria. Datato 7 Aprile/6 Maggio 188 a. C.

– P. Tebt. III.2 1038 (mummia 48): conto che registra versamenti di сῖτoс ἀγoραсτóс a Boubastos e ad Aphrodites polis – probabilmente come pagamento per qualche imposta – da parte di cleruchi5. Gli editori, nell’introduzione al documento, osservano che «the hand seems to be the same as that of 1029.» Datato 198/197 a. C. o 174/173.

Corrispondenza varia concernente l’attività di sitologoi e altri funzionari

– P. Tebt. III.1 722 (mummia 48)6: si tratta di un ordine indirizzato da un certo Samios, forse un basilikos grammateus come ipotizzato dai primi editori del papiro, all’antigrapheus Herakleides (Pros. Ptol. 1787), affinchè un sitologos di nome Apollonios (Pros. Ptol. 1336) misurasse, presso l’ergasterion di Boubastos, la quantità di grano destinato a un corpo di fanteria7. Databile all’inizio del II sec. a. C.

– P. Tebt. III.1 741 (mummie 48 e 53): il papiro, datato 187/186 a. C., contiene una lettera dell’epimeletes Alexandros (Pros. Ptol. 930) all’archiphylakites Philon (Pros. Ptol. 4604 + add.). A questa sono alleagate la copia di una lettera inviata da Alexandros al proprio agente Aniketos (Pros. Ptol. 964) e la copia di un memorandum – fatto arrivare all’epimeletes da Ammonios (Pros. Ptol. 1329 = 1752 = 8048), sitologos di Boubastos – attorno al quale ruota tutta la corrispondenza. Il memorandum, purtroppo mutilo, ha a che fare con una certa quantità di grano dovuta come pagamento d’imposte da qualche contribuente insolvente, ma i dettagli sono andati perduti. Nelle sue due missive, invece, Alexandros invita i propri corrispondenti (e subordinati) a non intervenire nei confronti delle persone menzionate nel memorandum, attendendo il suo arrivo.

– P. Tebt. III.1 774 (mummia 11): una missiva da parte di Ammonios, lo stesso sitologos di P. Tebt. III.1 741. Apparentemente, poiché non è indicato il destinatario e il testo termina con εὐτύχει, si tratta del brogliaccio o della copia di una petizione. Datato 187 a. C. ca.

– P. Tebt. III.1 813 (mummia 11): una dichiarazione indirizzata ai sitologoi Bakchios (Pros. Ptol. 1349) e Poseidonios (Pros. Ptol. 1413) da parte di Pherous (Pros. Ptol. 851), komogrammateus di Boubastos, il quale si impegna a versare presso il thesauros dello stesso villaggio 350 artabe di grano. Datato 8 Dicembre 186 a. C.

Ricevute di naukleros

– P. Tebt. III.1 823 (mummia 11): ricevuta rilasciata da un naukleros di nome Ammonios (Pros. Ptol. 14013) per l’imbarco, presso il porto di Kerke, di un carico di grano destinato ad Alessandria ed avuto in consegna da Ammonios (Pros. Ptol. 1329 = 1752 = 8048) e Bakchios (Pros. Ptol. 1349), sitologoi del περὶ Ἱερὰν Νῆсον ἐργαсτήριον8. Datato 8 Dicembre 185 a. C.

– P. Tebt. III.2 825 (mummia 48): il papiro contiene tre ricevute rilasciate da un naukleros per la stessa transazione, cioè l’imbarco presso Ptolemais Hormou di una certa quantità di grano proveniente dal περὶ Βουβάсτον ἐργαсτήριον e destinato ad Alessandria. Datato 17 Dicembre 176 a. C.

Links prosopografici

Sui documenti elencati sopra, ho compiuto uno studio prosopografico, alla ricerca di personaggi che li collegassero tra loro – per avere ulteriori elementi a favore dell’ipotesi che i testi abbiano la stessa origne – o che li collegassero ad altri P. Tebt. III, non necessariamente ottenuti dai 16 cartonnages sicuramente fabbricati da uno stesso atelier. Eventuali documenti di quest’ultimo tipo, infatti, meritano di essere presi in considerazione in primo luogo perché potrebbero chiarire il quadro offerto dai testi da cui questo studio prende avvio, in secondo luogo perché potrebbero avere la medesima origine.

– Ἀμμώνιοс Διονυсίου (Pros. Ptol. 1329 = 1752 = 8048): nel corso della sua lunga carriera di funzionario, egli fu inizialmente antigrapheus dell’ergasterion dell’area di Philoteris, poi sitologos di vari ergasteria nelle tre merides dell’Arsinoites. Ammonios costituisce un collegamento prosopografico tra P. Tebt. III.1 741, 774 e 823.

– Ἀνίκητοс (Pros. Ptol. 964): collegamento prosopografico tra P. Tebt. III.1 741e III.2 853. In P. Tebt. III.2 853 egli figura come agente dell’epimeletes Theon; in P. Tebt. III.1 741, di qualche anno anteriore a 853, la sua posizione non viene specificata, ma risulta destinatario di una missiva dell’epimeletes Alexandros (Pros. Ptol. 930).

– Ἀπολλώνιοс (Pros. Ptol. 1336): collegamento prosopografico tra P. Tebt. III.1 722 e III.2 853. In entrambi i testi figura come sitologos del περὶ Βουβάсτον ἐργαсτήριον.

– Βάκχιοс (Pros. Ptol. 1349): collegamento prosopografico tra P. Tebt. III.1 813, 823 e III.2 1032. In P. Tebt. III.1 823, Bakchios figura come sitologos del περὶ Ἱερὰν Νῆсον ἐργαсτήριον; in P. Tebt. III.1 813, egli è uno dei due sitologoi che controllano il thesauros di Boubastos, che faceva capo al περὶ Βουβάсτον ἐργαсτήριον. In P. Tebt. III.2 1032 non viene specificata la sua qualifica; tuttavia, considerato che il conto registra pagamenti in natura per i villaggi di Boubastos e Neilou Polis e uno dei versamenti è stato effettuato διὰ Βακχίου, appare evidente che egli agisce in qualità di sitologos responsabile dell’area di Boubastos, come in P. Tebt. III.1 813.

– Θέων (Pros. Ptol. 944): collegamento prosopografico tra P. Tebt. 853 e 856. In entrambi i testi egli figura come epimeletes.

– Θέων Κεφάλονοс: collegamento prosopografico tra P. Tebt. III.2 1022 e 1033, conti che registrano pagamenti in natura per Boubastos e vari villaggi limitrofi. Egli era un βαсιλικὸс γεωργóс.

– Λυсίμαχοс (Pros. Ptol. 1392): collegamento prosopografico tra P. Tebt. III.1 825 e III.2 853. In entrambi i documenti Lysimachos figura come sitologos del περὶ Βουβάсτον ἐργαсτήριον.

– Πετεсοῦχοс Μαρρέουс: collegamento prosopografico fra P. Tebt. III.2 848 e 1032, conti che registrano pagamenti in natura per Boubastos e vari villaggi limitrofi. Egli era un βαсιλικὸс γεωργόс.

– Πετεсοῦχοс Ὀννώφριοс: collegamento prosopografico tra P. Tebt. III.2 848 e 1026, conti molto simili che registrano pagamenti in natura da parte di basilikoi georgoι9.

Thesauroi ed ergasteria

Il thesauros era il magazzino di villaggio in cui venivano depositate le granaglie e gli altri prodotti derivanti dalle entrate fiscali in natura. L’ergasterion invece, un’istituzione attestata solo nel nomo Arsinoites e a partire dall’ultimo trentennio del III sec. a. C., era, in accordo con l’interpretazione di Ruth Duttenhöfer, un ufficio centrale che coordinava le attività dei thesauroi di villaggio situati nell’area sotto la sua giurisdizione10. Le entrate fiscali in natura che erano incassate giornalmente nei thesauroi venivano registrate in «conti del giorno» (Tagesabrechnung, secondo la definizione di Duttenhöfer), che erano inviati all’ergasterion, a cui quei thesauroi facevano capo. A partire dai «conti del giorno» che ricevevano dai vari thesauroi di villaggio, a intervalli di tempo regolari, i sitologoi di un ergasterion stilavano poi «conti riassuntivi» (Duttenhöfer: zusammenfassende Sitologenabrechnung) delle granaglie incassate. Di queste essi stabilivano anche la destinazione finale, preoccupandosi, tra le altre cose, di pianificare l’itinerario del grano da far arrivare alle casse reali di Alessandria e provvedendo alle spese di trasporto.

Gli ergasteria, quindi, sarebbero stati una sorta di uffici contabilità per i thesauroi di villaggio di una certa area e ci si aspetterebbe di trovarli nei centri più popolosi e importanti dal punto di vista amministrativo di una regione. In realtà, i papiri attestano ergasteria anche per insediamenti di piccole dimensioni e dipendenti da centri più grandi; inoltre, come hanno dimostrato Willy Clarysse e Katja Mueller, è il thesauros a mostrare una più stretta correlazione con le dimensioni di un insediamento rispetto all’ergasterion11. Questo suggerisce che l’ergasterion fosse un’istituzione presente in molti più centri, di quanto la frammentarietà della documentazione papiracea in nostro possesso ci consenta di affermare.

Ergasteria nella meris di Herakleides

In calce al proprio articolo del 1993, Duttenhöfer pubblicὸ una tabella che riuniva le attestazioni sino ad allora note degli ergasteria localizzabili con sicurezza12. Abbiamo un ergasterion nell’area di Boubastos, uno nell’area di Philadelpheia, uno al quale facevano capo le aree di Philopator e Soknopaiou Nesos, e un non meglio identificato περὶ τοὺс ἔξω τόπουс сιτικὸν ἐργαсτήριον13. Quest’ultimo viene menzionato in P. Tebt. III.2 837, un conto che registra granaglie ricevute presso il thesauros di Alabanthis14.

Ora, si consideri che: 1) «The villages of the exo topoi are all located in Illahun/Hawara area and along the eastern desert border of the Fayum.»15 2) «Alabanthis occurs with Tamais, Boubastos, Tanis, Hephaistias, Kerkesoucha, Letous Polis and Dinnis.»16 3) L’unica tra queste località nella cui area era presente un ergasterion era Boubastos. Non ritengo infatti sia da prendere in considerazione l’unica attestazione di un ergasterion a Kerkesoucha contenuta in P. Tebt. III.1 824, 6-7: τὸ περὶ [Κερχεсοῦ]χ̣α̣ ἐ̣ρ[γαсτ]ή̣ριον. Il nome del villaggio è quasi interamente integrato, le ultime due lettere sono di lettura incerta, ma, soprattutto, come rivelano gli stessi editori, «[Κερχεсοῦ]χ̣α̣ has been preferred to [Ὀξύρυγ]χ̣α̣ chiefly because the former is concerned in another papyrus from the cartonnage which produced 824», un’argomentazione piuttosto debole17. Molto più probabile che il nome di villaggio da integrare sia quello di Oxyrhyncha, il cui ergasterion vanta numerose attestazioni, anche tra gli stessi Tebtunis Papyri18.

Date queste tre premesse, a mio avviso nel περὶ τοὺο ἔξω τόπουс сιτικὸν ἐργαсτήριον si deve riconoscere il περὶ Βουβάсτον ἐργαсτήριον. P. Tebt. III.2 848, che registra pagamenti per i villaggi di Letous Polis, Neilou Polis, Arabon Kome e Alabanthis, sembra confermare questa ipotesi: il thesauros di Letous Polis, infatti, era sicuramente tra quelli controllati dall’ergasterion di Boubastos e quindi, probabilmente, lo erano anche quelli delle altre tre località menzionate, tra cui Alabanthis19. Agli ergasteria già noti a Duttenhöfer per la meris di Herakleides, recentemente si è aggiunto il περὶ Βακχιάδα έργαсτήριον con la pubblicazione di P. Mich. inv. 435920.

Per quanto riguarda la struttura amministrativa al di sopra dei sitologoi di ergasterion, informazioni ce le fornisce P. Tebt. III.2 853, fr. 2, ii, 19-22: Λυсίμαχον τὸν сιτολογήсαντα τὸ περι Βούβαсτον ἐργαсτήριον ἀπὸ τοῦ γ ἕωο τοῦ ϛ (ἔτουс) ὑπὸ Ἀπολλώνιον τὸν сιτολογήсαντα [τὸ ϛ (ἔτοс)] τὴν Ἡρακλείδου μερίδα (cf. anche 32-36). A quanto sembra di capire, almeno nella Herakleidou meris, un sitologos era responsabile di un ergasterion ὑπὸ τὸν δεῖνα сιτολογοῦντα τὺν μερίδα21. In questo senso sembra andare anche P. Lille II 11. Il documento è un enteuxis indirizzata al re Tolemeo III e il mittente è un naukleros di nome Libys. Egli, in seguito alla rottura dell’albero dell’imbarcazione, non ha potuto adempiere ai propri compiti nella Tebaide, riuscendo solo a fatica a raggiungere Ptolemais Hormou nell’Arsinoites. Libys prega quindi il re di ordinare allo strategos Diophanes di esaminare il suo caso e, nel caso risulti affermare la verità, di ordinare Εὐφράνορι τῶι сιτολόγωι τῆο κάτω μερίδοс (P. Lille II 11, 14-15) di caricare la nave di grano ἐκ τῶν καθ’ αὑτὸν τόπων (P. Lille II 11, 15), secondo quelle che erano le precedenti istruzioni. Come hanno già osservato gli editori del papiro e A. Calderini, nei nomoi divisi in due distretti, la ἄνω τοπαρχία è il distretto a monte rispetto al corso del Nilo, mentre la κάτω τοπαρχία è quello a valle22; pertanto, è probabile che, almeno per Libys, la κάτω μερίс sia, se non il distretto a valle – cosa che non avrebbe senso nell’Arsinoites, diviso in tre distretti o meglio merides – almeno il distretto settentrionale, e cioè la meris di Herakleides. Per di più, sappiamo con sicurezza che Ptolemais Hormou si trovava nella meris di Herakleides.

Conclusioni

Duttenhöfer, che pure non considerava unitariamente i documenti elencati sopra (conti che registrano granaglie) come scartati dal medesimo fondo d’archivio, suggeriva che la maggior parte di essi avesse come origine un ergasterion. La studiosa tedesca, infatti, indica P. Tebt. III.2 837 come uno dei «conti giornalieri» che venivano redatti nei thesauroi di villaggio come notifiche per l’ergasterion di riferimento23. Indica invece i seguenti P. Tebt. III come liste redatte negli ergasteria a partire dai «conti giornalieri» ricevuti dai thesauroi sotto il loro controllo, malgrado non contengano alcun riferimento esplicito ad un ergasterion: 848-850, 852, 853 verso, 854, 858, 859, 1022, 1024, 1027, 1030, 1032-1034, 1038. Accettando l’interpretazione di Duttenhöfer, i seguenti conti e liste costituiscono il nucleo di un archivio di carte (a cui d’ora in avanti farὸ riferimento come «Archivio A»), che hanno come minimo comune denominatore una datazione al primo quarto del II sec. a. C. e il fatto di registrare transazioni che dovevano essere di pertinenza dei sitologoi del περὶ Βουβάсτον ἐργαсτήριον: P. Tebt. III.2 837, 848, 850, 851, 856, 862, 1022, 1032, 1033 e 1038. Infatti in tutti questi testi – ottenuti da 9 cartonnages che appartengono ad un gruppo più ampio di 16 mummie sicuramente fabbricate dal medesimo atelier, il che aumenta notevolmente le probabilità che siano stati scartati in blocco dal medesimo ufficio – si fa riferimento ad entrate fiscali in natura riscosse per i villaggi di Boubastos o Letous Polis (talvolta per entrambi), i cui thesauroi facevano sicuramente capo all’ergasterion di Boubastos24.

Tuttavia, ciὸ non garantisce che la loro origine sia l’ergasterion di Boubastos. Per esempio, P. Tebt. III.2 850, che registra pagamenti per Letous Polis e Arabon Kome, sul recto presenta un testo, pubblicato come P. Tebt. III.2 851, che registra pagamenti in natura da parte di basilikoi georgoi di Hephaistias, Pharbaithos, Philadelpheia e Kerkeesis. Dal momento che da P. Tebt. III.2 1024 sappiamo che nell’area di Philadelpheia c’era un ergasterion, le entrate fiscali registrate in 851 dovevano essere di pertinenza di quell’ufficio, non dell’ergasterion di Boubastos come quelle sul verso25. In P. Tebt. III.2 856 abbiamo registrate imposte in natura pagate presso i thesauroi di Neilou Polis, Aphrodites Berenikes Polis, Boubastos e Soknopaiou Nesos; dal momento che da P. Amh. II 59 e 60 sappiamo che anche nell’area di Soknopaiou Nesos e Theogenous c’era un ergasterion, ci troviamo di nuovo di fronte, in uno stesso documento, ad entrate fiscali riscosse in thesauroi che facevano capo ad ergasteria diversi, quali erano quelli di Boubastos e Soknopaiou Nesos. P. Tebt. III.2 850, 851 e 856 suggeriscono dunque che le «intenzioni» di chi ha assemblato queste carte trascendevano quelle che potevano essere le intenzioni di un sitologos del solo ergasterion di Boubastos, il cui interesse avrebbe dovuto essere limitato alle entrate fiscali riscosse nei thesauroi dell’area sottoposta alla sua autorità26.

Ritengo pertanto che la coesistenza di queste carte nello stesso fondo d’archivio si spieghi soltanto assumendo che questo era detenuto da un funzionario che sovrintendeva a più ergasteria, o comunque, più in generale, da qualcuno interessato a monitorare le entrate fiscali in natura della meris di Herakleides. Il funzionario in questione potrebbe essere un сιτολογῶν τὴν Ἡρακλείδου μερίδα, che perὸ vanta una sola attestazione sicura o, più probabilmente, uno tra il basilikos grammateus e l’antigrapheus27. Come ha messo in evidenza Oates, infatti, la maggior parte delle incombenze dei basilikoi grammateis e degli antigrapheis nel II e I sec. a. C. era legata alla gestione e al controllo delle granaglie che venivano versate nelle casse reali28: è attraverso carte come quelle ricondotte all’«Archivio A» che il basilikos grammateus e gli antigrapheis dovevano adempiere ai propri obblighi di controllo e gestione delle entrate fiscali in natura.

A farmi propendere per l’ipotesi che chi assemblὸ queste carte fosse un basilikos grammateus è la considerazione che gli antigrapheis erano suoi subordinati, ed è quindi presumibile, anche per ragioni d’economia, che condividessero lo stesso fondo d’archivio. Del resto, come nota Maria Rosaria Falivene, è difficile credere che ci fossero tanti archivi quanti erano i funzionari dell’Egitto tolemaico. Molto più probabile invece è che anche «archives presently labelled under the name of various Ptolemaic officials, and the like, were perhaps but sections, or dossiers, in one and the same larger archive, kept in a central administrative office in the capital of the nome, and assembled according to the wider intentions of the main nome officials, and of the central administration in Alexandria.»29 La presenza dell’«Archivio A» in un ufficio di Krokodilopolis renderebbe più facile anche spiegare perché carte concernenti la meris di Herakleides siano state ottenute da mummie rinvenute a Tebtynis, nella meris di Polemon. In questo caso infatti esse avrebbero potuto raggiungere l’atelier che ne ha fatto del cartonnage – probabilmente ubicato nell’area di Tebtynis – risalendo il corso del Bahr Gharak30.

A prescindere da chi fosse colui che assemblὸ le carte, allo stesso nucleo d’archivio è facile assegnare anche P. Tebt. III.1 722, III.2 813 e 825. Anche questi documenti ruotano attorno alle attività dei sitologoi del περὶ Βουβάсτον ἐργαсτήριον, si datano al primo quarto del II sec. a. C. e sono stati ottenuti da due delle 9 mummie che hanno restituito i testi già ricondotti all’«Archivio A». P. Tebt. III.1 722 è una missiva indirizzata ad un antigrapheus, 825 contiene tre ricevute di naukleros, in una delle quali il grano risulta imbarcato διὰ Ἀπολλωνίου τοῦ ἀντιγραφομένου παρὰ βαсιλικοῦ γραμ<μ>ατέωс. Questi due testi sembrano dunque deporre a favore dell’ipotesi che l’«Archivio A» fosse conservato da antigrapheis oppure che fosse la sezione di un più ampio archivio di basilikos grammateus, comprendente anche documentazione concernente l’attività di controllo dei sitologoi svolta dagli antigrapheis.

P. Tebt. III.1 813 è collegato a 823 perché vi ricorre un certo Bakchios: nel primo come sitologos del περὶ Βουβάсτον ἐργαсτήριον, nel secondo come sitologos del περὶ Ἱερὰν Νῆсον ἐργαсτήριον. Oltre a questo collegamento prosopografico con P. Tebt. III.1 813, vari elementi depongono a favore dell’appartenenza di 823 all’«Archivio A»: 1) la datazione al primo quarto del II sec. a. C., più precisamente al 185; 2) il contenuto: è una ricevuta di naukleros per un carico di grano proveniente dall’ergasterion di Hiera Nesos, e quindi il testo è connesso con le attività di sitologoi della meris di Herakleides; 3) la provenienza da una delle 9 mummie che hanno restituito i documenti già ricondotti all’«Archivio A»: poiché sappiamo che i papiri raggiungevano gli ateliers dei fabbricanti di mummie in grossi blocchi, un nucleo d’archivio concernente le attività di sitologoi della meris di Herakleides come l’«Archivio A» sembra il gruppo più adatto ad aver ospitato P. Tebt. III.1 823 nel suo viaggio dall’archivio d’origine al luogo in cui è stato trasformato in cartonnage.

Per gli stessi tre motivi è probabile che appartenessero all’«Archivio A» anche P. Tebt. III.2 741 e 774, collegati a 823 da Ammonios. P. Tebt. III.2 741 contiene tre missive, una delle quali è un memorandum fatto arrivare ad un epimeletes da Ammonios, quando era sitologos dell’ergasterion di Boubastos, per del grano che non gli era stato possibile incassare; 774 è il brogliaccio o la copia di una petizione di cui Ammonios è mittente e in cui sembra far riferimento a debiti contratti nel corso della sua lunga carriera di sitologos. Anche il contenuto di questi tre documenti è dunque compatibile con la loro presenza nell’archivio di un basilikos grammateus: P. Tebt. III.1 823 in quanto il basilikos grammateus sovrintendeva al grano da far arrivare ad Alessandria; 741 e 774 in quanto egli doveva controllare che non ci fossero ammanchi rispetto alle entrate fiscali previste31.

Collegamenti prosopografici legano all’«Archivio A» anche P. Tebt. III.2 1026 e 853; quest’ultimo a sua volta è connesso con 852 da due collegamenti prosopografici e, come osservano gli editori, probabilmente i due testi sono stati vergati dalla stessa mano32. Si tratta di tre conti che registrano entrate fiscali in grano, riscosse in vari villaggi della meris di Herakleides33; sono stati ottenuti tutti dalla mummia 17 e si datano al primo quarto del II sec. a. C.34 La prova che la mummia 17 sia stata fabbricata dal medesimo atelier che ha realizzato le sedici mummie da cui prende avvio questo studio, manca, dal momento che non ha restituito alcun documento congiuntamente ad esse. Tuttavia, considerato che P. Tebt. III.2 852, 853, 1026 rispetto ai testi già ricondotti all’«Archivio A» sono coevi, si riferiscono allo stesso territorio (la meris di Herakleides), presentano la stessa tipologia documentaria (carte connesse con le attività di sitologoi) e collegamenti prosopografici, appare verosimile che abbiano la stessa origine35. E anche se non fosse così, è opportuno che siano considerati contestualmente ai testi riconducibili all’«Archivio A» perché potrebbero chiarire il quadro da essi offerto.

Questo studio non costituisce che un punto di partenza. Molti dei papiri ricondotti all’«Archivio A» sono infatti editi solo parzialmente. Molti frammenti ottenuti dalle stesse mummie che hanno restituito le carte ricondotte all’«Archivio A» sono completamente inediti. Sarebbe quindi opportuno innanzitutto ripubblicare unitariamente – completando le edizioni parziali – i documenti ricondotti all’«Archivio A» più P. Tebt. III.2 852, 853 e 1026 perché, come osserva Falivene, «by thus putting a papyrus in context I shall be able to make better use of it as a source for whatever story it has to tell, eventually “reducing” it to a wider historical perspective.»36 In seconda istanza si dovrebbe lavorare sui frammenti inediti, verificando quali di essi possono essere ricondotti all’«Archivio A» sulla base di collegamenti prosopografici, caratteristiche paleografiche, datazione, tipologia documentaria ecc.

Si dovrebbe poi cercare di stabilire l’ufficio ricoperto da chi – con intenzioni più ampie di quelle di un sitologos di ergasterion – conservava l’«Archivio A». Una possibile via è la seguente. Si dovrebbe verificare se tra i gli altri P. Tebt. III ottenuti dalle 16 mummie fabbricate dal medesimo atelier sono individuabili ulteriori nuclei d’archivio e, eventualmente, in base a quali intenzioni furono assemblati. Se infatti questi nuclei d’archivio (o almeno alcuni di essi) fossero stati assemblati sulla base di intenzioni riconducibili alle attività di un funzionario che aveva tra le proprie incombenze la gestione e il controllo delle granaglie versate nelle casse reali, si potrebbe assumere, almeno come ipotesi di lavoro, che ci troviamo di fronte a sezioni o dossiers di uno stesso archivio più grande: un archivio assemblato in base alle più ampie intenzioni di uno dei principali funzionari del nomos (ad esempio il basilikos grammateus) presso un ufficio centrale dell’amministrazione, cui appartenevano anche le carte ricondotte all’«Archivio A». Questo perché è certo che la maggior parte dei documenti ottenuti da queste 16 mummie, essendo tutti sicuramente transitati per l’atelier dello stesso fabbricante, si trovasse insieme anche prima di diventare cartonnage. A questo punto sarebbe più semplice stabilire quale ufficio ricoprisse chi assemblὸ l’«Archivio A». Ma questo sarà l’oggetto di un prossimo studio.

Bibliographia

Armoni, Ch. et al. (2006), «Bemerkungen zu Papyri XIX (<Korr. Tyche> 527-543)», Tyche 21, 195-204.

Calderini, A. (1924), ΘΗΣΑΥΡΟΙ: Ricerche di topografía e di storia della pubblica amministrazione nell’Egitto greco-romano (Studi della Scuola Papirologica 4, Parte iii, Milano).

Clarysse, W./Mueller, K. (2004), «Tax Grain from Bakchias and Ptolemaic Ergasteria», Studi di Egittologia e di Papirologia 1, 53-58.

Clarysse, W./Thompson, D. (2006), Counting the People in Hellenistic Egypt I: Population Registers; II: Historical Studies (Cambridge).

Clarysse, W./Uytterhoeven, I. (2007), «Alabanthis», in <http://www.trismegistos.org>, sezione «Fayum Project», s.v. «Alabanthis».

Clarysse, W. (2008), «Graeco-Roman Oxyrhyncha. A Village in the Arsinoite nome», in Lippert, S./Schentuleit, M. (ed.), Graeco-Roman Fayum, Texts and Archaeology (Wiesbaden) 55-73.

Derda, T. (2006), Arsinoites Nomos, Administration of the Fayum under Roman Rule (JJP Suppl. 7, Warsaw).

Duttenhöfer, R. (1993), «Die Funktion und Stellung des ἐργαсτήριον in der Getreideverwaltung der Ptolemäerzeit», ZPE 98, 253-262.

Falivene, M. R., (2010), «Greek Anthologies on Papyrus and their Readers in Early Ptolemaic Egypt», in Gagos, T. (ed.), Proceedings of the Twenty-Fifth International Congress of Papyrology (American Studies in Papyrology, Ann Arbor) 207-216.

Fati, L. (2009, in corso di stampa), «Patron’s Papers: which Route to Fayum?», in Davidova, A. (ed.), Proceedings of the International Conference on Achievements and Problems of modern Egyptology (Moscow).

Mueller, K. (2003), «Mastering Matrices and Clusters. Locating Graeco-Roman Settlements in the Meris of Herakleides (Fayum/Egypt) by Monte-Carlo-Simulation», APF 49, 218-254.

Oates, J.F. (1995), The Ptolemaic Basilikos Grammateus (BASP Suppl. 8, Atlanta).

____________

1 Si tratta delle mummie 2, 3, 4, 5, 11, 24, 27, 41, 43, 48, 50, 53, 56, 57, 58 e 59. Per un elenco completo dei P. Tebt. III distribuiti su più di un involucro di mummia, che mi hanno portato a ricondurre questi 16 cartonnages allo stesso fabbricante di mummie, si veda Fati (2009).

2 Tutti i documenti datati ad annum, infatti, sono compresi in questo arco di tempo, e anche quelli che non recano data sono comunque databili all’inizio del II sec. a. C., o su base paleografica o in base al confronto con i testi ottenuti dal medesimo involucro di mummia.

3 Una sorte toccata anche ai documenti dell’archivio ricondotto ai «royal farmers of Oxyrhyncha», al cui riguardo si veda Clarysse (2008) 68-73.

4 Ibid. 71.

5 Come viene ben sintetizzato da L. Migliardi Zingale nell’introduzione a PUG III 114 (p. 59), «si è ormai concordi nel ritenerlo il corrispondente tolemaico del frumentum emptum di età romana, che lo stato, attraverso una vendita forzata, acquistava per destinarlo probabilmente al vettovagliamento dell’esercito.»

6 Armoni (2006) 196, sulla base del confronto con documenti similari (P. Lille I 3, col. iii, 49-54; BGU VI 1231; BGU XVIII 2738; 2740; 2741 ecc.), suggerisce una ricostruzione della parte lacunosa del testo di P. Tebt. III.1 722 diversa rispetto a quella accolta nell’editio princeps.

7 Nell’introduzione a P. Tebt. III.1 722, viene infatti sottolineato come il parallelo costituito da BGU VIII 1748 (datato perὸ al 23 Luglio del 63 a. C.), «leaves little room for doubt that he (scil. Samios) was the basilikogrammateus whose subordinates the antigrapheis were.» Per una trattazione ampia ed esaustiva della figura del basilikos grammateus in epoca tolemaica, si veda Oates (1995). L’antigrapheus Herakleides è forse da identificarsi con l’individuo di nome Herakleides, che ricoprì la carica di sitologos dell’ergasterion di Philoteris, menzionato in P. Tebt. III.1 774, 8, ottenuto dalla mummia 11, fabbricata dallo stesso atelier della 48.

8 Kerke è un villaggio del nomos Memphites; cf. <http://www.trismegistos.org> sezione «Places», s.v. L01 – Kerke.

9 In entrambi i conti ricorre un particolare tipo di voce: canoni d’affitto pagati in natura con lenticchie.

10 Cf. Duttenhöfer (1993).

11 Clarysse/Mueller (2004) 53-58.

12 Duttenhöfer (1993) 260-262.

13 Boubastos: ricorre in P. Petrie II 48; P. Tebt. III.1 722, 774 e 825; III.2 853. Philadelpheia: P. Tebt. III.2 1024. Philopator e Soknopaiou Nesos: P. Amh. II 59 e 60.

14 Alabanthis risulta appartenere agli ἔξω τόποι anche in P. Enteux. 87 (= C. Pap. Hengstl 28).

15 Cf. Clarysse/Uytterhoeven (2007) «Alabanthis».

16 Ibid.

17 Cf. P. Tebt. III.1 824, 6 n.

18 Cf. Duttenhöfer (1993) 262.

19 Cf. Duttenhöfer (1993) 258: «Aus P. Tebt. III 852 und 1022 geht hervor, dass Letopolis zu der Gruppe von Speichern gehört, die zusammen mit dem Thesauros von Boubastos bzw. durch das Ergasterion von Boubastos verwaltet werden.»

20 Clarysse/Mueller (2004).

21 P. Tebt. III.2 895, ii, 63-66: ὧν ἐχόμεν[ον(?) καὶ τὸ τῶι Ἱππάλωι] παρ’ αὐτοῦ ἐπιδοθὲν ὑπόμνημα περὶ τ̣[οῦ αὐτὸν сιτολογή]с̣α̣ν̣τ̣α̣ ὑπὸ Πτολ̣[εμα]ῖ̣ο̣ν̣ τὸ κδ (ἔτοс) καὶ δ̣έκα̣ μ̣[ῆναс τοῦ κε (ἔτουс) τὴν(?)] Πολέμωνοс μερίδα, suggerisce che accadeva qualcosa di analogo anche nella meris di Polemon.

22 Cf. P. Lille II 11, 13-14 n.; Calderini (1924) 48, n. 1.

23 Duttenhöfer (1993) 258.

24 9 cartonnages: mummie n° 4, 11, 24, 27, 43, 48, 50, 53 e 57. Gruppo di 16 mummie: cf. n. 1. A proposito dei thesauroi, cf. Duttenhöfer (1993) 258.

25 Un discorso a parte merita Kerkeesis. Esistevano infatti due località con questo nome, una (Kerkeesis/Perkeesis) nella meris di Herakleides, una nella meris di Polemon. Visto che gli altri tre villaggi menzionati in P. Tebt. III.2 851 appartengono alla meris di Herakleides, sarei orientato a ritenere che si tratti della kome Kerkeesis di questo distretto. Essa perὸ non sembra avere altre attestazioni in epoca tolemaica. Cf. <http://www.trismegistos.org>, sezione «Places», s.v. 00c – Kerkeesis e 00a – Kerkeesis.

26 «Intenzioni»: secondo la terminologia recentemente adottata da Falivene (2010).

27 Vedi sopra, sezione «Ergasteria nella meris di Herakleides».

28 Cf. Oates (1995) 67-115.

29 Falivene (2010) 213.

30 Si veda ad esempio la mappa del Fayum pubblicata in calce al volume P. Tebt. II.

31 Cf. Oates (1995) 95-100.

32 Cf. introduzione a P. Tebt. III 853.

33 P. Tebt. III.2 1026 non presenta toponimi, ma vi viene menzionato Πετεсοῦχοс Ὀννώφριοс, che in P. Tebt. III.2 848, 31 è elencato nella colonna dei pagamenti effettuati presso Neilou Polis, villaggio poco distante da Boubastos. Cf. la mappa della meris di Herakleides in Mueller (2003) 237.

34 P. Tebt. III.2 852 presenta date che vanno dal 181 al 176 a. C.; 853 presenta date che vanno dal 179 al 175 a. C.; 1026 non reca date, almeno non nella parte pubblicata (il verso è inedito), ma è comunque assegnabile all’inizio del II sec.

35 Cf. introduzione a P. Tebt. III.2 856: «Probably the account comes from the same source as 848-853.»

36 Falivene (2010) 212.