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Preambolo
Questo quinto fascicolo di italique presenta alla fine un indice dei nomi, redatto da Paola Allegretti, che si applica alle prime cinque annate della rivista. italique, in virtù della sua specificità tematica e, confido, anche in grazia della qualità dei saggi pubblicati dal 1998 a oggi, fa testo ormai negli studi sulla poesia cinquecentesca: era giusto darne conto in un indice, che conforta a credere nella buona riuscita del progetto e che sarà riproposto come consuntivo ogni cinque anni. A una semplice scorsa della lunga lista di nomi risulta evidente che dalle nostre pagine l’operosità scientifica, settoriale ma non cieca, né refrattaria a esperienze diverse, ha saputo interrogare da più punti di vista la poesia cinquecentesca, muta da secoli, restituendole una dignità letteraria più accusata e più mossa della semplice e corriva etichetta di petrarchismo.
Non siamo soli nella riscoperta della poesia manierista per eccellenza della nostra tradizione. È uscito nel 2001, dopo anni di attesa, il primo tomo dei ricciardiani poeti del cinquecento e altri due seguiranno. E i saggi che aprono questo numero, dovuti a Jean Balsamo e ad Anna Bettoni, furono presentati a Padova il 15 febbraio 2002 in una « Giornata di studi » organizzata dal Dipartimento di Italianistica di quell’Università, dedicata alle Antologie liriche del cinquecento. Felice occasione dell’incontro fu la ristampa delle rime diverse di molti eccellentissimi auttori nuovamente raccolte. libro primo, Venezia, Giolito, 1545, a cura di Franco Tomasi e Paolo Zaja, per la Collana scrinium, Torino, Edizioni RES, 2001 e l’uscita del volume di saggi, congiunto ad essa, « i più vaghi e i più soavi fiori ». studi sulle antologie di lirica del cinquecento, a cura di Monica Bianco ed Elena Strada, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2002. Anche gli altri saggi hanno avuto una prima diffusione orale nell’ambito di seminari e gruppi di studio, che tengono alto l’interesse per la letteratura del Cinquecento, e che insomma ci fanno sentire circondati da amici. In particolare il testo di Corrado Bologna, che chiude il fascicolo e che avrebbe ben meritato il corredo d’illustrazioni, che l’autore non mancò di dispensare nel corso della sua conferenza, nasce come Lezione Barbier-Mueller, tenuta all’Università di Ginevra il 5 dicembre 2001. Anche quelli di Hunkeler, Roncaccia e Residori nascono in àmbito svizzero – ci tengo a sottolineare – in sedi puntualmente indicate dai loro autori, idealmente vicine alla nostra Fondazione. Il cui patrimonio librario si è accresciuto sensibilmente, al punto da rendere superata la lista fornita a suo tempo nel terzo fascicolo. Il sito Internet della Fondazione aggiorna tra l’altro sulle nuove acquisizioni. Il Catalogo dei libri rari in preparazione darà conto di questa nostra ricchezza, che – si auspica – studi futuri pubblicati anche su italique valorizzeranno come si conviene.